Da venerdì 20 settembre è disponibile in digitale e sulle piattaforme streaming “Alphabet” (Universal Music),il nuovo progetto discografico del pianista e cantautore Enrico Giaretta, noto come il “Cantaviatore”. Il protagonista di questo album è un pianoforte di quasi 100 anni che scricchiola sotto le dita del pianista. Nessuna correzione o sovra incisione. Tutti i brani sono frutto di una registrazione istantanea, senza inganni: si tratta di pezzi unici e irripetibili, nati dal sapiente uso di uno strumento eccezionale e delle sue peculiarità.
Ad anticipare l’album dell’artista, oltre all’omonimo singolo “Alphabet”(maggio 2018), è il progetto dell’organizzazione umanitaria Intersos“La scuola salva la vita”, di cui Enrico Giaretta si fa portavoce e attivo sostenitore, con l’importante obiettivo di far crescere il tasso di alfabetizzazione e di accesso all’educazione nei Paesi che vivono emergenze umanitarie. Da ora è possibile aderire al progetto e dare un supporto concreto all’iniziativa a questo link. Per ogni donazione effettuata, si riceverà in regalo una bagatelle, breve componimento musicale di 20 secondi corrispondente all’iniziale del proprio nome e creato ed eseguito dal talentuoso compositore.
Ecco la nostra intervista!
Ciao Enrico, iniziamo a parlare del tuo nuovo progetto artistico “Alphabet”…
Come nasce il titolo di questo album? Qual è il filo che accomuna tutte le tracce?
In questo album di solo pianoforte, ho voluto dare un ordine concettuale, in un contesto dove la musica ha tutto tranne ordine. Mettere in fila le lettere dell’alfabeto dando un titolo ad ognuna “ Alphabet – Balance – Crystal – Dedicated – Enamorarse– mi ha dato l’impressione che si potesse trovare un equilibrio anche nelle mie note. Aspettativa ambiziosa se tenete conto che ogni brano è totalmente improvvisato, non sovrainciso ne corretto, suonato su un pianoforte antico pieno di “rumori” ma senza dubbio unico. La durata dei brani varia da 6 a 14 minuti… di ordine c’è veramente poco…Solo nei titoli delle tracce…
So che i brani sono frutto di una registrazione istantanea: dove è arrivata l’ispirazione per la realizzazione delle tracce?
Questo album poteva chiamarsi “Real”..perchè vero dall’inizio alla fine. Nasce da una mia esigenza artistica. Ogni mattina non appena sveglio, metto una tazza di caffè sul pianoforte chiudo gli occhi e inizio a suonare, senza una meta precisa, senza un qualcosa su cui lavorare…guidato dall’umore di quel preciso momento. La mattina presto si è puri, senza pensieri ne artefazioni, la testa ancora non ha iniziato a razionalizzare la giornata, il contesto, ed il mondo intorno assume una prospettiva diversa.
Parliamo di Intersos “La scuola salva la vita”: come possiamo noi contribuire e quanto sei coinvolto in questo progetto?
Sono coinvolto in modo viscerale sia umanamente che professinalmente. Sono un padre di due figli fortunati, e quando vedo la sofferenza negli occhi di un bambino mi sento disarmato, ho poco da dare, ma la mia musica, si, il mio impegno tutto, il mio coinvolgimento, totale. L’’obiettivo è quello di sensibilizzare le persone sul tema “istruzione” ma non solo. Intersos è in prima linea nelle emergenze umanitarie a 360 gradi. Le persone vanno aiutate, altrimenti non ha senso più nulla. La vita stessa non ha senso se non si cerca di rendere migliore quella degli altri. Come si fa ad essere felici da soli?
La campagna è stata raccontata attraverso un video con la voce di Vincenzo Mollica: com’è stato collaborare con Vincenzo?
Vincenzo Mollica è un Uomo unico. Poter avere la sua stima e collaborare con lui anche se solo marginalmente, è un dono.
Ormai sei definito “cantaviatore”! Come nasce questo soprannome?
Il primo a scriverlo su un quotidiano fu Cesare Romana, grande giornalista e critico musicale. Da li in poi mi sono affezionato essendo io un aviatore ed un cantautore…Mi piace riconoscermi in queste due figure che stranamente hanno molto in comune.
Enrico, quanto sei cambiato, musicalmente parlando, nel corso degli anni?
Tantissimo! Credo di aver raggiunto una prima maturità artistica non da molto. Non mi interesso troppo delle mode, mi preoccupo di non deludere il mio pubblico, sempre attento e al di fuori di qualunque tendenza. Conquisto il mio pubblco uno ad uno ma so che è per sempre.
Hai un consiglio che ti senti di dare a tutti i giovani che vogliono intraprendere il tuo stesso percorso musicale?
Il primo consiglio è quello di studiare, e di approfondire senza mai essere superficiali. Il secondo di essere se stessi, i compromessi artistici vanno evitati, a volte si può fare un piccolo passo fuori rotta, ma sempre senza mai tradire la propria natura. . La verità vince sempre. Infine, tenetevi se possibile un piano B in un cassetto perché la vita è lunga e non è “perfetta” come recita ua canzone di Fiorella Mannoia. La natura forse lo è, ma la vita è tutt’altro che perfetta.
Infine: qual è il sogno di Enrico?
Anni fa a questa domanda avrei risposto diversamente, oggi dico che il mio sogno è quello di regalare una vita dignitosa ai miei figli a mia moglie e per quanto possibile nel mio piccolo anche a tutti gli altri.Non mi risparmio mai, ad ogni richiesta di aiuto mi attivo sempre e cerco di esserci per tutti, a volte esagero ma sono fatto così. Sono io.