Una cosa in cui noi italiani siamo fortissimi, è sicuramente quella di paragonare ciò che accade ai giorni nostri con quanto accaduto anni fa. Lo facciamo con la politica, lo sport, tv e soprattutto con la musica.
Ed è proprio qui che troviamo una differenza enorme tra ciò che ascoltiamo oggi e quello che ascoltarono i nostri genitori o i nostri nonni. Stili nuovi con melodie completamente stravolte rispetto al passato ed un infinità di generi musicali spuntano come funghi.
Primo su tutti, Enzo Jannacci.
Jannacci all’epoca spicca nello scenario musicale italiano proprio perché completamente diverso dagli altri. Con quella voce nasale che stona da tutto. Quelle canzoni che al primo ascolto possono sembrare solo “canzonette” ma che nascondono sempre un significato più profondo. Con un messaggio da far arrivare a chi ascolta.
Nella sua carriera Jannacci ha raccontato frequentemente la sua Milano con la musica, attraversandone ogni epoca. Più passavano gli anni e più si poteva capire di come Milano stesse cambiando, ascoltando semplicemente le canzoni che scriveva.
Brani in cui spesso metteva sotto un riflettore, quelle persone che nella nostra società sono sempre state “indietro”. Come ad esempio il senzatetto (o barbùn) di “El purtava i scarp del tennis”.
Oggi sotto quel riflettore, era doveroso mettere Enzo Jannacci, che a distanza di otto anni dalla sua scomparsa, resterà comunque immortale. Ci auguriamo che anche le nuove generazioni possano ricordarsi di una figura di questo genere. Così stravagante,inimitabile e così geniale.
Qualora vogliate scoprire le più belle canzoni di Enzo Jannacci qui trovate una playlist Spotify