Simone Frulio: “Io, Luca e quel TI VOGLIO BENE che avrei dovuto dire di più” – INTERVISTA

Simone Frulio, 21 anni, dopo la partecipazione ad  “Io canto” e ad  “X Factor” come membro dei “Freeboys” è ora pronto per un percorso da cantautore. Dal 12 ottobre è in rotazione radiofonica “E non servono le parole”.

Siamo partiti proprio da qui: ecco l’intervista di Splashouse a Simone Frulio!

 

 Simone, “E non servono parole (#L)” è l’ultimo singolo che hai deciso di rilasciare in attesa del tuo nuovo album. Parla del tuo amico Luca, della sua malattia e della sua successiva perdita. Quante “parole” hai deciso di utilizzare in questo brano? In quanto tempo l’hai scritto?

Il titolo “E non servono parole” gioca in realtà su un’ambiguità. Il titolo fa riferimento al fatto che in momenti tristi come questi spesso le parole non servono: basta uno sguardo, un abbraccio, una carezza per andare oltre e capire molte cose. In momenti come questi non servono parole perché ciò che conta è il ricordo, l’immagine che abbiamo dentro di noi delle persone che purtroppo non ci sono più.

Eppure le parole di questa canzone sono servite a me per tirare fuori tutta la rabbia e la tristezza che avevo dentro per la perdita di Luca.

Il brano ho iniziato a scriverlo quando la malattia stava progredendo e piano piano iniziavo a realizzare che Luca da un giorno all’altro poteva non essere più con noi effettivamente. Ho poi deciso di continuarla una volta che lui non c’era più. Nel testo alterno infatti momenti in cui lui è ancora qui con noi a momenti in cui non c’è più.

 Nel brano ci fai riflettere invitandoci a stare vicino alle persone che lottano contro la malattia, per rendere meno pesante la loro sofferenza.

C’è qualche “parola” che avresti voluto dire a Luca, ma non ne hai avuto il tempo?

Penso che l’unica cosa che avrei voluto dirgli più spesso sia: “ti voglio bene”. Ma lui sapeva che era così.

Sono cose che molto spesso, purtroppo, tra amici non ci si dice, ma che vengono dimostrate con i fatti. Con lui è stato proprio così.

 

Nel videoclip sicuramente rappresenti al meglio il tuo stato d’animo.

È stata tua l’idea di ambientare la scena dentro ad un bosco? Dove trovi l’ispirazione per scrivere nuovi brani?

Insieme a Enzmonz, regista del videoclip, abbiamo optato per girare il videoclip in un bosco in Toscana, luogo a cui sono particolarmente legato e dove mi recavo spesso da piccolo in vacanza con mia zia e mia nonna. Abbiamo scelto questa location per evidenziare la volontà di ricercare Luca nelle cose più semplici e naturali: il sole, le foglie, il prato. Spesso quando perdiamo dei cari cerchiamo dei segnali che ci riconducano a loro nelle cose di tutti i giorni: nelle ombre, nelle macchie che si formano con l’acqua sui vestiti o sui pavimenti e cose di questo genere. Ho cercato di rendere la stessa idea anche nel videoclip, correndo nel bosco per cercare Luca, per poi trovarlo semplicemente dentro di me.

Cerco di trarre ispirazione per i miei brani dalle persone che mi stanno accanto. Ogni persona importante per me ha qualcosa da dirmi e da lasciarmi. Per questo ogni canzone che ho scritto nel nuovo album è dedicata a una persona in particolare. Con ognuna di loro ho vissuto qualche esperienza, qualche gioia, qualche dolore o qualche separazione. Mi piace scrivere di cose mie e di cose realmente successe.

 È in arrivo il tuo nuovo album: ti va di svelarci qualche anteprima del nuovo progetto musicale?

Sono 12 brani. 9 scritti e musicati da me, più altri 3 di altri autori che vanno ad impreziosire il progetto. La direzione artistica e gli arrangiamenti sono affidati a Paolo Paltrinieri, produttore musicale delle reti Mediaset e RTI per oltre trent’anni. Insieme a lui ho svolto un lavoro veramente impegnativo, ma che mi ha insegnato tanto a livello musicale e artistico. Paolo è una persona fantastica. Insieme abbiamo deciso di spaziare con gli arrangiamenti musicali, divertendoci a sperimentare per ogni brano un’atmosfera diversa. Son curioso di farvi sentire tutti e 12 i brani!

 

Sono tanti i premi e gli inviti che stai ricevendo. Recentemente hai vinto il premio per il videoclip “Battito di mano”, che è un vero e proprio inno all’amicizia. A chi vuoi dedicare questo premio?

Sicuramente a Enzmonz e a tutta l’Ardaco per il lavoro svolto insieme per la realizzazione del videoclip. È una bella squadra e lavorare con loro è sempre un piacere per me e un’occasione per imparare tanto. Inoltre vorrei dedicarlo a mio padre, che alla fine dimostra di essere sempre e comunque il migliore di tutti e senza di lui non riuscirei mai a fare tutto quello che sto facendo.

 

Dopo Io Canto e XFactor inizi un percorso come cantautore. Quale consiglio ti senti di dare ai giovani che come te intraprendono il tuo percorso artistico?

Di sentirsi liberi di dar voce a quello che hanno dentro. Che sia rabbia, delusione, amore, tristezza. Qualsiasi sentimento vogliano esprimere, devono sentirsi completamente liberi di farlo per stare meglio con sé stessi, per dare voce a tutto quello che hanno dentro affinché le loro storie possano essere un punto di riferimento per tutti coloro che stanno all’ascolto. È importante saper guardarsi dentro e riuscire a buttare fuori, attraverso musica e parole, il nostro mondo interiore.

 

 Hai qualche oggetto al quale sei particolarmente legato, che non può mancare nei tuoi progetti più importanti?

Fino a qualche settimana fa ti avrei risposto di no. Ma da poco la mamma di Luca ha deciso di regalarmi un anello che Luca portava sempre, ci teneva tanto che lo avessi io. Da quando me l’ha messo lei al dito non l’ho mai tolto, neanche per dormire. E penso che così sarà ancora per molto tempo.

Hai avuto qualche anno di assenza dal mondo musicale: come mai? Cosa hai fatto in questi anni?

Ho deciso di fermarmi per cercare di recuperare quella che era la quotidianità che mi mancava tipica da adolescente. Alla fine era da quando avevo 13 anni con Io Canto che non mi fermavo praticamente mai. Spesso eravamo in giro per concerti, ospitate, registrazioni varie e il tempo per stare in famiglia o godermi i miei amici era veramente limitato. Così ho deciso di fermarmi un attimo per capire effettivamente cosa volessi dalla mia vita. Ho finito gli studi al liceo diplomandomi con 100/100, ho iniziato l’università e ho intrapreso il mio percorso da cantautore buttandomi a capofitto nella scrittura. Non avrei mai potuto fare scelta migliore!

 

Per concludere: ti vedremo anche nella dimensione live? Se si, quando?

Assolutamente sì! Non abbiamo ancora date certe. Sto pensando di organizzare qualcosa in grande per il lancio del disco. Mi piacerebbe preparare uno spettacolo vero e proprio cantando le canzoni del disco ma anche presentando dei tributi ai cantanti che mi hanno ispirato di più negli ultimi anni. Non vedo l’ora!! Ci sarà la band dal vivo e io avrò un sacco voglia di cantare con tutti voi!

 

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