
A poche ore dalla prima serata del “Festival di Sanremo 2019” (che vedrà tutti i big in gara esibirsi per la prima volta sul palco più temuto di sempre), Splashouse ha incontrato Piero Barone, Ignazio Boschetto e Gianluca Ginoble meglio conosciuti come “Il Volo“. Da questa sera i tre ragazzi saranno in gara con il brano “Musica che resta” scritto da Gianna Nannini, Emilio Munda, Piero Romitelli, Pasquale Mammaro e Antonello Carrozza.

10 anni di carriera: da “Grande Amore” a “Musica che resta”: come si sta evolvendo il vostro percorso artistico?
Noi effettivamente abbiamo vissuto varie fasi della nostra carriera: dai bambini prodigio, ai ragazzini riconosciuti per strada. Ora noi è chiaro che stiamo crescendo, proprio per questo abbiamo scelto di essere al “Festival di Sanremo” per festeggiare insieme al nostro pubblico e per dimostrare quella parte di noi che in pochi in effetti conoscono. Il brano che porteremo sul palco del Teatro Ariston sarà leggermente più contemporaneo. Vogliamo essere “ambasciatori del bel canto”, non vogliamo snaturare quello che già in realtà siamo.
Cosa ne pensate della scelta del cast del direttore artistico Claudio Baglioni? Soddisfatti?
Non si può rimanere indietro, Claudio guarda avanti. Siamo consapevoli che dal nostro ultimo “Festival di Sanremo” la musica è cambiata: cambia ogni anno. Quattro anni fa eravamo noi, Malika Ayane e Nek. Quest’anno ci siamo noi, Nek e in più una nuova lista di artisti che ci fa capire che la musica sia cambiata. E’ giusto che sul palco più importante in Italia vengano rappresentati tutti i generi musicali. E’ vero: esiste il pop italiano ma dobbiamo fare anche i conti con i nuovi generi musicali e tutte quelle influenze che arrivano dall’America.
Il vostro nuovo album, in uscita il 22 febbraio in tutto il mondo, si chiama ‘Musica’. Come nasce questo titolo?
Perchè noi abbiamo fatto della musica la nostra vita e questo album ci rispecchia davvero in pieno. Inoltre la collaborazione con Gianna Nannini ad esempio, rende ancora di più le nostre voci, regalando un graffio rock.
Ragazzi, un tema ricorrente nelle vostre canzoni è l’amore: siete innamorati?
Mhh, possiamo dirti che non siamo sposati e non abbiamo ancora figli (per ora). 🙂
Venerdì sarà la serata duetti e voi avete deciso di farvi accompagnare da Alessandro Quarta, violinista internazionale…
Esattamente, non vediamo l’ora. In realtà abbiamo provato a sentire Gianna Nannini ma in quel periodo non era disponibile e purtroppo non siamo riusciti a concretizzare il duetto. Stimiamo molto Alessandro: la scelta è ricaduta su un musicista, anche perchè con un’altra voce avremmo cantato 20 secondi a testa!
Avete cantato recentemente davanti a Papa Francesco in occasione della giornata mondiale della gioventù. Che emozione è stata?
Un’emozione gigante. Papa Francesco ci segue e ci ha pure dato la sua benedizione per il Festival di Sanremo. Ci ha conosciuti guardando “Porta a Porta”. In fondo noi, come il Santo Padre, come tutte le persone che hanno a che fare con il mondo televisivo o sono esposte mediatamente, siamo persone davvero normali. E’ stato un momento che non dimenticheremo mai, lo porteremo sempre nel cuore.
Quali sono i vostri prossimi impegni futuri?
Da maggio 2019 a maggio 2020 sono previsti una serie di prestigiosi eventi live: partiremo a maggio dal Giappone, per arrivare a fine mese per due date esclusive a Matera che verranno trasmesse negli Stati Uniti. Proseguiremo poi per il tour italiano, per festeggiare dieci anni di carriera alla grande. P.s. Ci sarà un altro disco che andrà a chiudere il decennale della nostra carriera! Basta spoiler. Ora godiamoci l’album in arrivo.

Qual è il vostro punto di forza?
Noi siamo unici tra noi: abbiamo gusti musicali ed interessi diversi, ci compensiamo. Ognuno di noi ha le proprie ambizioni, ed è giusto così. Un giorno potremo essere fieri dei nostri successi. Studiamo tanto, è giusto credere nei propri sogni. C’è tanto rispetto tra noi.
Quanto sono importanti a questo proposito le vostre radici?
Tanto, tantissimo. Noi siamo ragazzi molto attaccati alle nostre famiglie, ai nostri amici, ai nostri affetti. Non ci vergogniamo mica. Pensiamo che le radici siano anche l’odore della terra del campo dietro casa, le piazze, i ritrovi, il mare, la spiaggia e la sabbia.
Alla domanda “cosa farete prima di salire sul palco questa sera? Riti scaramantici?” loro non rispondono. Basta solo un gesto: si sono abbracciati e si sono stretti la mano.
In bocca al lupo, “Il volo”. “Musica che resta” da questa sera è fuori su tutti gli store.