Aspettativa: «’Un Qualcosa’ è tutto ciò che ti cambia la vita» – L’INTERVISTA

Disponibile in tutti i digital store da giovedì 7 ottobre, “Un Qualcosa” è il nuovo singolo degli Aspettativa, che ci regalano un freschissimo pezzo indie-pop dalle sfumature lo-fi. Il brano, che può contare sulla produzione di Marco Carnesecchi, è la canzone perfetta per lasciarsi alle spalle l’estate, senza dimenticare però le emozioni che ci ha regalato.

Le estati passano e, che piaccia o no, lasciano sempre un qualcosa che non andrà più via. Come quando una nuova persona entra, per un periodo, a far parte della tua vita o come quando ascolti improvvisamente una canzone che ti spacca il cuore. Un Qualcosa è tutto ciò che – anche per un singolo istante – ti cambia la vita, sbaragliando l’ordine che si era creato e lasciando un macello dentro.

Aspettativa

ASPETTATIVA|L’INTERVISTA

Lorenza: Ciao ragazzi! Aspettativasembra più un mood, che un nome d’arte! Ci raccontate cosa si cela dietro questo vostro nome?

Aspettativa: Il nome della band nasce da una svolta di scrittura avvenuta nel gruppo. Inizialmente i testi erano per lo più in inglese. Con l’avvento dell’italiano tutto ha cambiato colore. Aspettativa è la voglia di fare sempre meglio, di non stancarsi mai e di non accontentarsi alla prima. D’altronde, sognare è gratis. Quindi sì, è più un mood che un vero e proprio nome!

Lorenza: Gli Aspettativa nascono nel 2014 da tre fratelli: Elia, Ester e Gab. Qual è stata la scintilla che ha portato alla formazione della band?

Aspettativa: Aspettativa è un progetto che nasce ufficialmente nel 2014, ma in casa di Elia, Ester e Gabriele era nato da molto prima. Quando si è fratelli, ognuno suona uno strumento diverso e tutti e tre si dorme nella stessa camera, cosa volete che succeda? Suonavamo praticamente tutti i giorni, per puro divertimento. Cambiavamo le canzoni, inventando i testi, o musicavamo pagine di libri che trovavamo in casa. Tutto il giorno, tutti i giorni. Essere fratelli e colleghi allo stesso tempo non è facile. Se si è fratelli è impossibile non litigare, ma è anche vero che questa cosa ci dà forza, perché ci permette di poter contare l’uno sull’altro. Poi, dal 2014, è entrato a far parte della band il Catta, che è stato scelto appositamente dal nostro produttore Marco Carnesecchi e che si è ambientato benissimo in questo clima di Band-Family.

Lorenza: Se doveste raccontarvi con sole tre parole, quali scegliereste? Perché?

Aspettativa: Energici, perché ci piace essere d’impatto. Sinceri, perché raccontiamo spesso situazioni in cui ci siamo realmente trovati. Malinconici, perché ci piace guardare al passato con nostalgia e voglia di tornarci.

Lorenza: Nel vostro nuovo singolo cantate: «C’è un qualcosa che non va via». Cos’è che non va via? Cosa vi portate di quest’estate, che ha da poco lasciato spazio all’autunno?

Aspettativa: Non va via quel qualcosa che ci cambia la vita; l’aspettativa di voler fare sempre meglio, di non accontentarsi mai e di sapere che il bello deve ancora venire. Non è un qualcosa di specifico, ma un insieme di cose che – una volta provate – fanno sì che la vita non sia più la stessa.

Lorenza: Dove risiedono le vostre radici musicali e verso quali artisti tendono i rami del vostro albero?

Aspettativa: La nostra musica è influenzata dagli anni 2000. Il post-punk e il primo rap italiano sono i generi che, da sempre, ci influenzano per quanto riguarda gli arrangiamenti e il mood. A livello testuale, il cantautorato è sempre nelle nostre playlist. In fondo, ciò che è bello e fatto bene è immortale. Se dovessimo scegliere degli artisti che ci hanno influenzato, sicuramente sceglieremmo i Blink-182, Fabri Fibra e Lucio Battisti. Ci sono poi artisti moderni che, secondo noi, hanno completamente rivoluzionato il gioco. Un esempio? Calcutta e Coez.

Lorenza: Che aspettative dobbiamo avere nei confronti degli Aspettativa? Cosa bolle in pentola?

Aspettativa: Adesso abbiamo ancora qualche singolo da lanciare e, vedendo come sta andando, speriamo continui così. Noi cerchiamo sempre di dare il massimo. Ma, alla fine, è la musica che parla e sono gli ascoltatori a fare la differenza. Noi speriamo bene, ma come possiamo dirlo? Vogliamo fare solamente ciò che piace e che ci fa stare bene.

Rispondi

Previous post Boomdabash, disco di platino per “Don’t worry – best of”
Next post Carolei, “Porca vacca” è il nuovo singolo