Diamine

Diamine: “Ogni volta si riscrive sul foglio bianco un’altra vita.” – INTERVISTA

“Che Diamine” (Maciste Dischi/Sony Music Italy) è il titolo dell’album d’esordio del duo electro-pop romano Diamine (al secolo Andrea Purpura e Niccolò Cesanelli). Ecco la nostra intervista in occasione di questo lancio!

Ciao! “Che Diamine” è il vostro album d’esordio. Come nasce questo progetto artistico?

Io ho intercettato la follia di Nico e lui la mia. Ci conosciamo da anni, siamo due teste calde quindi lo scontro per noi risulta utile a ridefinire le nostre idee, il resto è stato l’entusiasmo e lo stupore per le cose. Scriviamo cosa ci risulta essenziale immaginando le storie delle canzoni in un lontano futuro.

Come e quando nasce la collaborazione tra voi?

Nel 2017 Ce ne stavamo sdraiati sulla schiena di un rinoceronte a parlare di musica tutto il tempo. Una sera spuntò un vecchio che ci disse: “state sempre a parlare, non fate niente”. Era Diamine. Dovevamo fare qualcosa.  

Come state vivendo questo periodo di quarantena? State lavorando a nuova musica?

Stiamo sopportando la supremazia che la natura è venuta a ricordarci con pazienza cercando di rendere le nostre idee e le nostre case più accoglienti. Anche in quarantena la mente ha la possibilità di uscire e divagare come vuole, le tecnologie moderne ci permettono di lavorare anche da remoto quindi ne approfittiamo e continuiamo a scrivere tutto quello che ci aiuta nel farci sentire effettivamente esistenti. 

Una delle tracce dell’album si chiama “isolamento”. Sicuramente rispecchia il periodo attuale. Cosa ci raccontate a riguardo?

Spesso una condizione interiore diventa realtà, anche i rapporti umani possono metterti in quarantena, bisogna stare molto attenti perché la qualità della nostra vita è determinata dalla qualità dei nostri rapporti. La verità non è un regalo che ci viene concesso per natura, è una conquista spesso anche dolorosa che richiede un corposo entusiasmo per la vita.

Quanta ricerca del sound c’è stata per “Che diamine”?

Nico aveva in mente da subito il suono che voleva raggiungere per questo non ci siamo persi nell’universo sconfinato delle possibilità date dagli strumenti virtuali e dai plug-in. Tutta questa tecnologia può aiutarci finché viene usata come mezzo per il raggiungimento di qualcosa e non come fine. Sarebbe come lavorare una vita per comprarsi un aereo, il migliore, il più veloce e sicuro senza saper volare e senza avere idea di dove andare. Aiutati che la tecnologia ti aiuta, se ti affidi solo alla tecnica non puoi scrivere nulla.

Quanto è importante per voi riuscire a rappresentare anche con le immagini ciò che provate nelle tracce?

Far coesistere in armonia più arti diverse non è un compito facile ma può accadere che la visione di chi ha lavorato sulla tua musica sia un’altra faccia della tua canzone, qualcosa che non avevi neanche considerato e che rinnova tutto quello che stai facendo. Sono cose molto eccitanti. 

Qual è la traccia dell’album in cui vi rispecchiate di più in questo periodo?

Ci rispecchiamo sempre con l’ultima canzone che stiamo scrivendo e quando è finita ci risulta già vecchia di mille anni. Ogni volta è tutto diverso, ogni volta si riscrive sul foglio bianco un’altra vita.

Qual è il sogno di Diamine?

Essendo Diamine già un sogno non possiamo sapere cosa sognano i sogni, vedremo!

Rispondi

symo Previous post Symo: “C’è un momento per ogni cosa” – INTERVISTA
Omar Next post OMÄR: “Libertà per me è assenza di ogni paura” – INTERVISTA