Massimiliano Longo è un amico e collega. Conosciuto dai tanti lettori come il direttore di All Music Italia, Massi è stato in passato manager e personal assistant di alcuni noti artisti italiani quali Gianluca Grignani, Syria, Niccolò Agliardi ma non solo. Oggi è pronto per ripartire con ciò che aveva lasciato in sospeso anni fa.
Ecco la lunga e interessante intervista caratterizzata da rivelazioni, confessioni, consigli e curiosità!
Massimiliano e il lockdown
Massi, cos’hai fatto durante il periodo di lockdown?
Sinceramente? Ho praticamente lavorato e basta! Chi fa il nostro lavoro, lo sai, vive in uno smartworking continuo con tutti i pro e i contro. Confesso che ho avuto bisogno di più tempo degli altri per elaborare la situazione: mi sono accorto della libertà privata quando mi sono accorto che potevo solo portare il mio cane a fare due passi. A quel punto ho fatto quello che hanno fatto in molti, persino, installato Houseparty, ma sono durato due giorni (ride). Quello che molti non sanno è che noi che facciamo informazione paradossalmente in questo periodo abbiamo lavorato il doppio, guadagnando la metà.
Da sempre hai un occhio di riguardo per gli artisti emergenti… come pensi abbiano vissuto questa fase musicalmente parlando? Loro sono stati molto attivi nelle dirette…
Gli artisti emergenti hanno realizzato moltissime dirette dai loro social e secondo me hanno fatto benissimo. Era un’occasione di chiusura forzata utile a far conoscere la propria musica. Purtroppo qui in Italia continuiamo ad avere un grosso problema rispetto all’estero… se non passi dalla tv difficilmente l’ascoltatore si interessa a te. Un esempio? Qualche anno fa, prima della sua partecipazione ad Amici, ho avuto modo di assistere ad un live di Giordana Angi e ho notato un interesse quasi nulla attorno alla sua performance. Dopo l’esperienza legata al talent ha avuto un boom di attenzione, eppure l’artista, con le sue caratteristiche e le sue canzoni, è sempre la stessa.
Di questo non ci stiamo preoccupando secondo me in Italia, del disinteresse verso chi fa musica lontano dagli schermi. Continuano a sparire i locali per la musica dal vivo, tra gli ultimi Ohibò e Il Serraglio di Milano, ma nessuno se ne interessa, sopratutto gli artisti arrivati, totale menefreghismo. Oggi i ragazzi li trovi live a fare cover: il pubblico cerca quello, a differenza di quello che avviene a Londra non è interessato a brani inediti. Spero che le nuove generazioni inizino a perdere questo vizio: ascoltate nuova musica, non solo quello che vi indottrina Spotify!
La ripartenza con due nuovi artisti
Il 2020 è l’anno dei ritorni in tutti i campi. Anche nella tua vita c’è un ritorno alle origini. Cosa fai oggi, Massi?
Continuo a fare il direttore di All Music Italia ma… ora sono appena rientrato da una settimana di ferie, le prime ferie da quando è nato il sito, sei anni fa. Da settimana prossima invece torno in pista definitivamente.
Va detto che oggi la mia realtà riparte più solida che mai con visite in costante crescita e una squadra che stimo e alla quale devo molto. Io tendenzialmente monitoro sempre tutto prima delle uscite online, da adesso la mia crew è autorizzata ad assumersi qualche responsabilità in più.
La novità infatti è che sono tornato a fare il manager di artisti musicali. Le mie due new entry sono Stefano Farinetti, in arte Neno (già ad Amici quest’anno) e Enea Vlad. Abbiamo instaurato un rapporto basato sul rispetto reciproco e sto cercando di far comprendere loro (sono molto diversi l’uno dall’altro) che da parte mia hanno tutta la stima e il mio impegno, perché le vittorie come le sconfitte saranno condivise, sempre. Da parte loro mi aspetto verità e di essere sempre “sul pezzo”. Oggi se, oltre alle canzoni, ti manca “la fame”, la voglia di farcela, nessun manager può fare nulla per farti arrivare. Io questo cerco di insegnare loro ogni giorno ed uso come esempio me… ogni cosa che ho guadagnato, me la sono sudata credendoci io più degli altri.
Certo non ti nego un po’ di paura, una sana paura, del resto è un momento storico questo in cui serve tanto coraggio per investire su artisti emergenti.
Parliamo del tuo “primo ascolto”. Come è andata? Come hai fatto a capire che loro sarebbero stati gli artisti giusti su cui puntare?
Partiamo dal fatto che erano anni che coltivavo l’idea di tornare a fare quello con cui sono nato, ovvero lavorare direttamente con gli artisti emergenti. Io sono fatto così, quando guardo e ascolto gli artisti non penso già a quanto profitto possono portarmi, ma a due cose: se io comprerei mai un loro disco, e se possiamo farci del bene a vicenda. Nello specifico sono stati due incontri molto diversi…
Neno
In una puntata del pomeridiano di Amici sono stato invitato come stampa a giudicare i ragazzi. La verità? Ero partito con l’intenzione di muovere qualche critica perché molti ragazzi non mi convincevano. Solo che Maria De Filippi non mi ha mai beccato con la mano alzata quando volevo parlare… rimaneva un solo artista e è arrivato Stefano con Anna e Marco di Lucio Dalla. All’inizio l’ho guardato malissimo, ma solo perché ero stupito, ha un timbro bellissimo. Sono rimasto con la mano alzata tutto il tempo: l’ho trovato credibile e di una maturità disarmante. Per me è stato il voto più alto della puntata. Credo che Maria e gli autori non abbiano intuito tutto il potenziale di questo ragazzo, e ci sta. Nessuno è infallibile, altrimenti Amici avrebbe lanciato solo artisti di successo.
In ogni caso uscito dalla scuola nella puntata prima dell’inizio del serale l’ho cercato, ci siamo scritti su Twitter, e ho deciso di dargli una mano. Il diventare suo manager penso sia stata una cosa naturale, eppure decisa, da entrambi.
Enea Vlad
Era gennaio quando ricevetti nella mia casella di posta uno dei tanti comunicati stampa di artisti emergenti, come ben sai ne riceviamo mediamente una trentina al giorno. Parlava di tale Enea Vlad. Il titolo era mostruosamente inutile per un sito musicale: “dopo essere comparso nei video di Chiara Galiazzo e Dolcenera“… ecco, la prima cosa che mi è venuta in mente è stata “e sticaxxi?”.
Non siamo ipocriti, i comunicati su artisti emergenti sono così tanti che dobbiamo fare una selezione, è inevitabile. Quando stavo per cestinare il suo comunicato mi è cascato l’occhio sulla copertina del singolo… ho visto quello che ancora oggi definisco un viso inquieto e ho letto il nome di Franco Battiato. Mi sono incuriosito e ho aperto Spotify per andare a cercare il suo brano e ne sono rimasto affascinato, dalla timbrica e dalla scrittura.
Enea Vlad è giovanissimo ma uno dei suoi punti di riferimento italiani è FRANCO BATTIATO, su un ventunenne questo ti fa capire tante cose.
E cosa è successo poi?
Ci siamo tenuti in contatto, anche perché gli scrissi per avere qualche informazione in più sul suo brano… nel comunicato stampa che avevo ricevuto non se ne parlava proprio ed io ho bisogno di conoscere la storia delle canzoni.
Poi è successo che lui ha capito che la realtà discografica di cui faceva parte, una realtà dove si pagava tutto da solo, forse non era adatta a lui. Non me lo ha mai detto, non ha mai chiesto aiuto, ma l’ho compreso io. Allora l’ho aiutato ad uscire da quella situazione e ho cercato di fare in modo che i soldi che aveva già speso per il nuovo singolo e per il video non andassero sprecati. Non volevo perdesse la fiducia nella musica.
Per mesi ci siamo studiati e alla fine ci è venuto naturale, qualche settimana, fa rendere ufficiale quello che in realtà da mesi era evidente. Ci eravamo scelti, per caso, ma comunque scelti. Io con lui ho tutto chiaro in testa. I singoli Anneghiamo e Astronauti sono arrivati prima di me, e sono due belle canzoni. Ma penso di averlo capito e di amare la sua arte più di quanto lui stesso faccia al momento. Semplicemente con lui dobbiamo ancora imparare a fidarci totalmente, la fiducia per me è fondamentale in un rapporto lavorativo. Se questo accadrà proseguiremo.
Ma sono tanti i ragazzi che ti chiedono una mano?
Troppi purtroppo. Ed io sono uno e anche se fossi cento non cambierebbe molto perché oggi ai casting dei talent si presentano in 15.000 ma poi a comprare i dischi sono pochi di più di questi. E lo streaming mantiene in vita solo gli artisti noti o appartenenti ai generi musicali in voga tra i giovanissimi, come l’indie pop e la trap. Per questo mi è venuta un’idea per l’autunno…
Faremo partire sul mio sito grazie a Fabio Falcone (cantautore ma qui nella veste di avvocato musicale) e Giovanni Tiseo (deux ex machina della Visory Records, l’etichetta di Random) una rubrica dedicata proprio agli artisti emergenti. Sarà un vademecum che spiegherà per filo e per segno tutti gli step utili agli artisti emergenti per entrare in questo mondo. Contratti, contratti di distribuzione, edizioni, il ruolo del manager, del produttore esecutivo, di quello artistico.
Oggi c’è molta confusione, nessuno spiega nulla ai giovani nel dettaglio così è più facile manipolarli. Questa rubrica è un atto di coraggio, più che mio di Tiseo e Falcone. Stiamo per svelare i segreti di questo lavoro rendendo, spero, tutti i giovani consapevoli. Un avvocato musicale e un discografico che fanno questo per me sono degli eroi e sarò loro grato a vita per questo.
Veniamo alla musica più in generale… Sanremo 2021: cosa ne pensi dell’edizione in arrivo? I tuoi artisti si candideranno per Sanremo Giovani?
A me Amadeus piace veramente tanto! Ho trovato Sanremo 2020 molto equilibrato, un giusto cocktail di gusti e personalità. Questa sarà l’edizione della ripartenza perché tanti artisti sono stati fermi e vorranno sicuramente essere nel cast, alcuni ne hanno davvero bisogno per poter continuare a fare questo lavoro. Per questo ho scritto in un editoriale indirizzato ad Amadeus che per lui sarà l’edizione più difficile.
E da lui mi aspetto coraggio nel scegliere progetti con una canzone forte senza obbligatoriamente fare abbinamenti di coppia perché l’artista non è considerato abbastanza forte sul mercato. Se non gli si dà una possibilità come fa a tornarlo? E perché ad alcuni artisti vengono date continue possibilità?
Ecco su questo Mazza della FIMI con cui ci confrontiamo spesso non sarà d’accordo, lui vorrebbe un cast solo di persone in classifica ma ora, voglio dire, io per esempio ho avuto modo di ascoltare il brano che Mietta potrebbe presentare a Sanremo 2021e lo trovo molto bello. Ecco vorrei fosse valutata per quello e per il suo storico, non per come va negli streaming. E poi ripeto di duetti “ammazza carriere” come Raige/Giulia Luzi o Nesli/Paba, ne possono fare tutti a meno.
Riguardo ai miei artisti… con Neno abbiamo un pezzo forte co-scritto con un altro artista che io ritengo una penna davvero unica in Italia. Al momento credo sia il pezzo più maturo per Stefano quello in cui si apre di più trattando, in punta di piedi, una tematica non semplice. A me emoziona molto, vediamo cosa accadrà, come dicevo sarà un’edizione difficile, tutti vogliono fare Sanremo, quest’anno ancor di più di tutti!
Con Enea Vlad invece niente Sanremo o talent. Amici lo ha cercato più volte, ma per il momento per me è un no. Con lui abbiamo bisogno di mettere a fuoco il suo mondo interiore e trasformarlo in musica. Questo ragazzo ha un fuoco raro dentro, ma credo che a volte bisogna avere il coraggio di aspettare, focalizzare e, solo a quel punto, confrontarsi con il pubblico.
Il suo è stato un percorso diverso rispetto a quello intrapreso con Neno. Lui ad Amici non è stato compreso, non gli è stato dato spazio. Una volta uscito con lui ho dovuto correre per fare in modo che l’esperienza nel talent non fosse stata totalmente inutile. E i risultati nello streaming, oltre ai passaggi radio (alta rotazione su Radio Zeta e Radio Margherita, tra le altre) ci stanno dando ragione, un passo alla volta.
Parliamo del tuo ruolo da manager negli anni…
La mia prima esperienza da manager è stata con Eleonora Crupi nel 2009… venivo da anni di lavoro in altre vesti con Syria, Grignani e Agliardi. Lei è stata un rischio, aveva fatto Amici tre anni prima e, tutto sommato, ci è andata anche bene.
Sono usciti dei singoli davvero belli, abbiamo sfiorato il palco di Sanremo nella categoria giovani per due volte. La vittoria ad Area Sanremo con Bastava è stato un momento importante. Tutte l major la cercavano, Gianni Morandi alle audizioni cantava il suo brano muovendo le “manone” ma poi… qualcosa non è andato e nessuno saprebbe nemmeno oggi spiegare cosa…
Da quel momento qualcosa si è rotto… dopo ci sono state altre soddisfazioni, Laura Pausini ha reinciso il brano e ha invitato Eleonora a cantarlo sul palco del Mediolanum Forum con lei. Ma qualcosa ormai si era rotto. Il rapporto tra me e Eleonora si è concluso perché quando due persone non vanno più nella stessa direzione, bisogna troncare. Io non mi trovavo più nella sua nuova musica, non l’avrei mai acquistata, e quindi è andata così.
Quello che in molti non sanno è che il ruolo del manager è davvero difficile: l’artista viene colpito spesso da situazioni spiacevoli ma una volta sul palco ottiene l’amore da parte del pubblico. Il manager invece resta, deve restare, nell’ombra, non ha quel ritorno da parte del pubblico e quindi spesso ha bisogno di più tempo per assorbire le sconfitte o le delusioni perché se l’artista sta male, di conseguenza sta male anche chi segue l’artista. Almeno questo nella mia concezione del rapporto manager/artista.
Stai valutando di reclutare un terzo talento?
Mi hanno proposto vari artisti, tra cui, mesi fa, una cantante reduce da Amici di quest’anno. Ma io voglio fare le cose bene… vedo manager gestire 10/12 artisti in una volta sola sperando che almeno uno gli porti cash… io invece ho un’energia limitata e che posso focalizzare solo su poche cose, e cosi voglio che sia. In questo momento non riuscirei a dividere le energie che metto su All Music Italia e questi i due artisti in più parti, non sarebbe giusto. Magari un giorno la situazione cambierà ma credo che per un paio di anni andrà bene così. Sempre mi sopportino per almeno due anni…