Rakno: “Il mio ep ‘Alchimia’ è un segno divino!” – INTERVISTA

Rakno si avvicina al mondo rap durante l’adolescenza: nasce a Moncalieri nel 1991 e all’età di 13 anni si trasferisce a Torino. Rakno, nome dato dai suoi amici per la paura dei ragni, è diventato così il suo nome d’arte. Nel 2007 fonda insieme a Lince, Etanolo, Grim E Jax Di Spade il gruppo rap Milizia Postatomica con cui ha all’attivo diversi mixtape e dischi. Da pochi giorni è uscito il nuovo Ep dell’artista dal titolo “Alchimia” e racconta il passato esoterico di Torino. Questo è il suo primo progetto come solista.

Ecco la nostra intervista!

Splashouse saluta Rakno: cosa significa per te la musica?
Ciao Splashouse! Per me la musica significa la vita.
Cioè pare una banalità, però non avessi avuto la musica credo che avrei sviluppato una brutta malattia psicosomatica dovuta allo stress e sicuramente meno capelli in testa!

La scorsa settimana è uscito Alchimia: qual è stata la genesi di questo cd?
E’ nato tutto da un pezzo che volevo pubblicare senza pretese su instagram, quindi doveva durare massimo 59 secondi, quel pezzo era Alluminio 01.
Avevo già intenzione di dargli un seguito, poi ne ho scritto un altro e un altro ancora. Alla fine mi sono ritrovato con 5 pezzi pronti che in qualche modo avevano questa tematica esoterica in comune, quindi l’ho preso per un segno ”divino”. Qualcuno, o qualcosa, voleva che pubblicassi un EP sul tema!

A quali artisti ti ispiri maggiormente e perché?
Molti, alcuni senza neanche rendermene conto.
Consciamente mi ispiro a Tyler The Creator, Kendrick Lamar, Frank Ocean, Vince Staples e tutto quel tipo di rap.
Inconsciamente sono stato influenzato da tutto il background punk di Torino, mi piacciono molto i Negazione per esempio…ho anche comprato il loro vinile ”lo spirito continua” qualche mese fa.
E se devo approfondire ancora credo di essere stato molto influenzato dalla musica d’autore italiana e dal rock n’ roll anni settanta.

Torino è la tua città: quanto è importante per te e per la tua musica?
Molto, io sono Torino. 🙂 Scherzo.
Cioè io mi sento influenzato da tutto quello che ha passato Torino, ogni sua diramazione, ogni sua microcultura mi sembra di averla vissuta in prima persona o comunque di esserci affine.
Ma credo che sia una roba che si vive qualsiasi torinese…sopratutto quando è lontano da Torino.

Partito in gruppo, ora sei solista: pro e contro di entrambi?
Inizio dai pro…si è più indipendenti, si hanno più possibilità nella sperimentazione e non bisogna confrontarsi con il gruppo su qualsiasi scelta.
Dall’altro lato non avere nessuno con cui condividere le tue paturnie è più difficile, il supporto del gruppo è importante quando sei in crisi o quando bisogna lavorare per raggiungere un obiettivo.
In linea di massima io mi sento più solo di prima (e già mi sentivo abbastanza solo prima) ma dall’altro lato mi ha insegnato a trovare dentro di me la voglia/ la forza di fare le cose.

Concerti in vista?
L’undici di luglio suoniamo al Bunker di Torino, insieme a tanti brutti ceffi che io e 808ER sentiamo in qualche modo affini.
Siete ovviamente invitati!

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