Si intitola “Ho un piano” il nuovo disco di Raphael Gualazzi. Non c’è niente di misterioso in questo simpatico riferimento al suo strumento d’elezione e a un eventuale piano che avrebbe Raphael (che non è vincere il Festival di Sanremo, come ci ha raccontato), ma tanto di affascinante sì. “Carioca” è il brano in gara, tra l’urban e atmosfere cubane, e precede il lancio del disco previsto per il 7 febbraio.
A Sanremo hai vinto tra i giovani nel 2011. In un’intervista, all’epoca, hai definito il Festival una sorta di reality (è una girandola di impegni e di emozioni, come darti torto?). Oggi come lo vivi?
Sono alla mia quarta volta quindi lo vivo in maniera più conscia. Il Festival è una meravigliosa opportunità, partecipare è un privilegio. È un momento stupendo di visibilità culturale per la canzone italiana.
Come vedi l’edizione che sta per partire?
L’ultima volta ho partecipato a Sanremo sei anni fa. Quest’anno io ci vedo grande varietà… mi sembra ci sia un bell’equilibrio tra le proposte.
Hai un piano: cioè quello di vincere il Festival?
Non ho mai avuto un approccio competitivo alla musica, ma se fossi stato competitivo… siamo in 24, avrei perso certamente (ride, nda). A proposito, 24 canzoni durante la serata finale: non vi invidio (ride di nuovo, nda).
![](https://i0.wp.com/www.splashouse.it/wp-content/uploads/2020/01/Raphael-Gualazzi_Ho-un-piano_cover-album.jpg?resize=500%2C500&ssl=1)
Perché hai scelto il titolo “Ho un piano” per il tuo disco?
Ho lavorato con cinque produttori. Quando li ho incontrati ero seduto al pianoforte; rivolgendomi a loro ho semplicemente detto “Ho un piano”. Tutto qua. L’idea che avevo era di valorizzare la sorgente compositiva da cui nasce tutto, cioè l’unità di pianoforte e voce. In generale, nell’album si alternano brani contaminati da sonorità elettroniche o urban, acustiche o jazz. Ci sono colori rossiniani in “Italià”, brano dall’approccio satirico che parla di immigrazione.
“Carioca” come è arrivata a Sanremo?
Il direttore artistico del Festival (Amadeus, nda) ha ascoltato il progetto e ha scelto questo brano. Sarei stato felice di ogni scelta fatta perché ogni canzone del disco ha la sua natura. A volte la musica la fa da padrona e non serve un testo tanto articolato, altre volte è il contrario. “Carioca” è un crossover tra urban e musica latino-americana: il titolo riporta al Sud America e all’esotismo.
Con “Follia d’amore” diventata “Madness of love” nel 2011 hai partecipato all’Eurovision Song Contest, arrivando secondo come Mahmood…
È una vetrina decisamente importante (non commenta sul prestigioso secondo posto, da talento umile seppur consapevole qual è, nda).