Robi, quell’amico che tutti avremmo voluto…

La quotidianità disarma, questo lo sappiamo tutti. L’idea di ripetere sempre le stesse cose, con la precisione maniacale che mi distingue, mi uccide. Ogni giorno che passa ci fa crescere e crescendo scopriamo noi stessi, ciò che ci circonda e chi ci è realmente vicino e amico. Sono fortunato, perchè tra le tante persone che conosco, qualche anno fa ho imparato a conoscere un gruppo di amici unito e compatto. Amici di un amico, per usare un gioco di parole. Sono “Gli amici di Robi”. Mi sono sempre domandato perchè Robi fosse così speciale rispetto a Sara, Tommaso, Giulia o Ilaria ad esempio. A distanza di 2 anni, ne ho capito il significato. Mi spiace dirlo, ma #GliamicidiRobi non sono solamente “il gruppo di ragazzi che organizza figate in città”, gli amici sempre pronti a farti divertire, sudare sotto il sole, fare due tiri a canestro, mangiare uno spiedino o bere una pinta. O meglio, non solo. Sono radici in cerca di un terreno fertile per costruire. Fateci caso: ogni progetto che “Gli Amici di Robi” organizzano ha uno scopo benefico: tendere la mano a chi si trova in difficoltà senza compatire nessuno. La porta della famiglia è sempre aperta.
Io non mi capacito ancora del perchè un gruppo di amici (di Robi, tra l’altro, una persona in particolare) debba realizzare così tante iniziative.
Così mi sono fermato qualche istante e ho googlato: Robi.
Nulla. Ho trovato mille significati, diecimila volti, ma zero storie.
Ho provato a googlare “GLI AMICI DI ROBI” e quello che ho trovato vi sorprenderà.
Tutto ha inizio un mercoledì sera, si, quella giornata in parte inutile che spacca la settimana, dove non puoi gioire perchè sta arrivando il fine settimana con il meritato riposo, ma non puoi neanche lamentarti perchè il weekend appena trascorso è stato magnifico e sei stanco per iniziare la settimana.
Un mercoledì sera, in aggiunta.
Chi gioca a basket, sa meglio di me i riti da compiere prima di arrivare in palestra: borsone, divisa, borraccia, polsino e portafortuna (durante Startist ho ascoltato tante storie: tutti gli artisti mi hanno raccontato che hanno un oggetto, una foto, un pensiero al quale sono sempre legati e li accompagna sempre).
Robi si mette così in viaggio, alla guida della sua auto, per raggiungere la palestra. QUEL mercoledì di inizio gennaio però qualcosa deve essere andato diversamente: Robi non raggiungerà mai la palestra e ci saluterà per sempre.

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Ho ascoltato le voci di tanti amici suoi: quando ho cercato di chiedere loro come fosse andata realmente, tutti mi hanno sorriso, con quello sguardo che vuole significare tutto e niente, che potrebbe voler dire un “tu non lo conoscevi”, “non lo sapremo mai”, “non sono cose che ti riguardano”. No, il sorriso è fondamentale in questa storia. Perchè Robi sorrideva quel mercoledì, perchè stava andando a fare ciò che realmente gli piaceva.
Quel sorriso che oggi sono i suoi amici a mostrare fieri e felici, perchè si, anche qualche settimana fa ho guardato loro negli occhi, ed ho avuto come l’impressione che dai loro occhi stesse vedendo pure Robi. Era uno sguardo orgoglioso, di spensieratezza ma, anche se loro non lo ammetteranno mai, anche di timore: timore nel sapere di star facendo la cosa giusta, nell’avere l’appoggio del loro amico. Timore di essere alla sua altezza.
Un ragazzo educato, matto quanto basta, dotato di una buona dose di sfrontatezza senza che mai questa sconfinasse nell’arroganza, ma soprattutto dotato di un sorriso coinvolgente, di quelli che mettono a proprio agio all’istante, di quelli che sprigionano allegria, di quelli che sarebbe necessario mostrare il porto d’armi prima di sfoderarlo.
Oggi però una cosa posso rivelarvela cari “amici di Robi”. Non ve l’ho mai detto ma, quel sorriso così contagioso ha contagiato anche me. A voi può sembrare scontato, lo so. E’ proprio vero che le storie belle ti sanno coinvolgere nonostante io purtroppo non abbia avuto la possibilità di conoscere Robi di persona. In fondo però è come se lo avessi conosciuto e lo conoscessi tutt’ora. Tutti i ragazzi che fanno parte dell’associazione, continuano a dirmi che Robi è lì con loro. Non lo vedi? Si sta divertendo con noi, sta facendo un tiro a canestro, sta bevendo una birra in compagnia.
Fare qualcosa per Robi a questo punto è diventato necessario: l’idea di organizzare un torneo di 3vs3 al campetto di via dei Classici a Cremona è stata tanto immediata quanto naturale.
Perché proprio in quel campetto molti di loro hanno potuto apprezzare Robi, la sua enorme vitalità, il suo amore smisurato per il basket. Tutta estate, ogni singolo giorno, dalle 16 alle 20. Che ci fosse da fare un cinque contro cinque, o più semplicemente due tiri, non sarebbe importato.
La cosa fondamentale era essere li, con una palla in mano, in mezzo alla gente, su quel campo.
Quel campo che nel 2011 è diventato il SUO campo.
E che tra 75 giorni 40 ore 15 minuti e 4 secondi (così dice il countdown del sito mentre sto scrivendo) ospiterà oltre 500 appassionati come lui sfidarsi nello sport che lo consacra: il basket.
Oltre 1000 spettatori circonderanno quel campo, alla ricerca di quel segnale, quel movimento, quel sorriso che contagerà ogni persona che si avvicinerà quel campo.
Perchè se è vero che la vita non finisce sul mondo terreno, tra 75 giorni 40 ore 14 minuti e 02 secondi, Robi sarà pronto per scendere in campo. Come te. Come voi.

Buona partita Robi, i tuoi amici anche quest’anno sono pronti per stupirti.
Che sia davvero, per tutti voi, TANTA ROBBA, in tutti i sensi!
Come il vostro inno di battaglia.

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Se amate la musica, non potete mancare a questo evento dove ovviamente troverete anche me.
Visitate pure l’evento fb per vedere la line up ufficiale dei giorni del festival.
https://www.facebook.com/events/1422956487743255/

Essere felici, non è mai stato così divertente. Grazie amici di Robi.

Robi, ci si vede al campetto. L’indirizzo lo conosci.

#Splashstories #SplashLive

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