Mike Sponza: “Il mio nuovo album è: Energizzante, Bio e contiene Omega 3!” – INTERVISTA

Il  bluesman Mike Sponza (attualmente impegnato in tour) è tornato: MADE IN THE SIXTIES, il suo nuovo album,  è un tributo agli anni 60, il suo decennio di nascita.

10 canzoni. Una per ogni anno.Storie ispirate da eventi, fatti, persone, culture, idee di 10 anni controversi che hanno cambiato la cultura giovanile per sempre: dal rock al soul, dal pop alle atmosfere più acustiche.

Ho deciso di intervistarlo. Buon viaggio nei meravigliosi anni 60′!

1) Mike, con il tuo nuovo album di inediti “MADE IN THE SIXTIES” facciamo un tuffo nei ricordi degli anni ‘60. 10 canzoni, una per ogni anno. Quale anno (e quindi quale canzone) più ti rappresenta e perché?

Tutte!!! In ogni canzone è presente un lato della mia visione musicale. Ho voluto proprio uscire dal concetto “Mike fa blues” per lasciare che uscissero liberamente tutte le mie influenze di tutti questi 35 anni di musica attiva. Però ci sono due pezzi che stanno riscontrando molto interesse, e che forse mi rappresentano al meglio, quelli che parlano del 1966 e del 1968, “Spanish Child” e “Just The Beginning”.

 2) Con oltre 8 album a tuo nome, hai avuto la possibilità di registrare 2 album negli studi di Abbey Road. Che emozione hai provato a registrare lì? Che differenze trovi tra la preparazione in studio di registrazione per l’album e la preparazione in sala con la band per il tour?

È un posto magico e le “good vibrations”nell’aria ti aiutano senz’altro a dare il meglio. Per me è fondamentale arrivare in studio preparatissimi, con i pezzi pronti e le discussioni già fatte e risolte, ma anche aperti a possibili improvvisi cambiamenti. Tuttavia in studio si va a registrare, senza perdere troppo tempo, altrimenti non ne esci vivo…

3) È ripartita la seconda parte del tour per la promozione di “MADE IN THE SIXTIES”. Come ti sei preparato? Hai un rito scaramantico prima di salire sul palcoscenico?

La band è fantastica e non c’è bisogno di particolari attenzioni, siamo tutti amici e il mood è ottimo. Sono molto rilassato prima di salire sul palco, l’unico rito è quello di scaldarsi un po’ sullo strumento. “No drama!”.

4) Quando nasce in Mike la passione per la musica? Quali artisti ascolta Mike tutti i giorni?

Dal nulla, a 13 anni mi è venuta voglia di avere una chitarra e di imparare a suonarla – sicuramente vedendo l’appeal che aveva sulle ragazze il mio compagno di banco che già suonava da qualche anno…

Ascolto veramente di tutto, da Robert Johnson a Childish Gambino, dai Beatles ai Foo Fighters.

 5) Quale messaggio cerchi di trasmettere con la tua musica?

Non ci ho mai pensato… ma non penso di avere un messaggio da trasmettere. Scrivo di molte cose, mi guardo intorno, cerco di riflettere la realtà che mi circonda. Mi piace intrattenere il pubblico, vederlo andare via con il sorriso e rilassato.

 6) 1960-2018. Com’è cambiato il mercato musicale? Cosa ti auguri per il futuro?

È una domanda molto complessa… che coinvolge aspetti tecnologici, artistici e commerciali che andrebbero analizzati nel dettaglio. L’industria musicale è profondamente cambiata, soprattutto per quanto riguarda lo sfruttamento della canzone come prodotto, non come espressione artistica. Ormai è il mass-marketing che indirizza i gusti musicali. Mi auguro che presto nelle stanze dei bottoni entrino al più presto dei produttori con la musica in testa, non il mercato.

 7) Per concludere, ti chiedo 3 aggettivi per presentare il tuo ultimo lavoro discografico al pubblico. 

Energizzante. Bio. Contiene Omega 3.

 

Dopo questa tranche di musica live, cosa ci dobbiamo aspettare da Mike Sponza?

Sicuramente tanti concerti: voglio divertirmi portando “Made In The Sixties” più lontano che posso. Debutterò a Londra a febbraio 2019, e ci stiamo concentrando su questo. Almeno fino al 2020 dischi nuovi non ne usciranno… anche se sto già scrivendo!

 

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