Marian Trapassi: “Quest’estate mi divido tra Irlanda e Sicilia, la mia terra!” – INTERVISTA

A inizio 2019 è uscito “Bianco”, il nuovo lavoro discografico dell’artista Marian Trapassi. L’album è un racconto di storie universali, che parlano attraverso metafore della vita e delle sue sfaccettature, e personali, cioè di momenti molto intimi, in cui la cantautrice si racconta. Con questo disco ci si distacca dai precedenti lavori e si impone con uno stile preciso e omogeneo, che va dal jazz, al blues, al folk, con 12 brani eleganti e raffinati negli arrangiamenti e nella scrittura. Musicalmente, l’album si ispira ai moderni chansonnier francesi e alle grandi cantautrici italiane e americane. Siciliana d’origine e cittadina del mondo per scelta, si è ritagliata negli anni uno spazio importante nel panorama della musica italiana. Il suo album di esordio “Sogno Verde” esce nel 2002 e viene accolto con interesse ed entusiasmo dalla critica. Con il secondo album “Marian Trapassi” nel 2004 vince il Premio Ciampi come miglior artista emergente. L’esperienza di Marian passa anche dalla contaminazione di territori non solo musicali: ne sono una testimonianza gli spettacoli “Vago e Torno” (2006) e “Vi Chiamerò per nome”, già concept del suo terzo album, con il quale partecipa al FEST – Festival di arte Scenica di Siviglia (2009). Alcuni anni di silenzio, nei quali scelte di vita e di percorso portano Marian anche lontano dall’Italia ma non dalla musica, sono stati utili, se non necessari, alla realizzazione del nuovo album: “Bellavita, l’arancia e altri viaggi”, che viene pubblicato ad ottobre 2014 per AdesivaDiscografica con la produzione artistica di Paolo Iafelice ed è il risultato di un lavoro lungo un anno passato a Siviglia. Il disco ottiene ottime recensioni da parte della critica e si aggiudica la candidatura al premio Tenco 2015. Da questo lavoro discografico nasce anche lo spettacolo di teatro canzone,”Bellavita e altri viaggi“, con testi teatrali e regia di Alessandra Faiella, che è approdato anche sul palco dello Zelig, lo storico teatro di Milano dedicato alla comicità. Nell’ultimo anno Marian è stata coinvolta nel progetto “Vita da cantautrice: quattro artiste per un concerto”, un tour che l’ha vista sul palco assieme a Roberta Carrieri, Sara Velardo e Pellegatta, per uno spettacolo in cui le quattro artiste hanno raccontato se stesse attraverso la propria musica.

Ecco la nostra intervista!

Ciao Marian, iniziamo parlando del tuo album “Bianco” uscito a inizio anno. Perché hai scelto questo titolo? Quanto è importante questo colore nella tua vita?

Il titolo rappresenta un po’ quello che vorrei comunicare con la mia musica, con le canzoni di questo album. Il Bianco ha tanti rimandi e simbologie, la purezza, la sincerità, anche il cambiamento,oppure una pagina bianca su cui riscrivere. Il bianco nell’iconografia è la luce, il divino,il candore,e così via.. Per me il bianco è soprattutto autenticità. Inoltre il bianco per la teoria dei colori è anche la somma di tutti i colori, cosi’ come sono le canzoni di questo album, tanti colori di me stessa racchiusi in un momento di vita che vorrei arrivasse autentico come il bianco. Anche la foto di copertina di Ray Tarantino, uno scatto nato per caso, ha contribuito all’idea di “Bianco” una foto così luminosa che mi ha convinto a presentarmi così senza troppi fronzoli esattamente come sono queste canzoni, uno sguardo, il mio, sul mondo. E infine c’è inevitabilmente il riferimento di conseguenza al White album dei Beatles, con cui sono cresciuta, erano i dischi di mia madre che hanno costituito la colonna sonora della mia infanzia e contribuito al mio amore per la musica. E’ un mio modo per ringraziare.

Ascoltando l’album, sembra di poter avvertire diverse sfumature dello stesso colore. È così? Quali tematiche sono contenute in questo album?

L’album è una raccolta di canzoni scelte accuratamente che apparentemente sembrano slegate, ma che per me rappresentano un unico lungo racconto. Sfumature, come dicevi anche tu, di me stessa, momenti in cui potersi raccontare intimamente e momenti per riflettere o per giocare con le parole. Ci sono due brani molto privati dedicati rispettivamente uno a mio padre e uno a mia madre, in Tangolentosi parla del tempo che passa, inFuturoinvece si ipotizza cosa vivremo domani, In Blusi parla di trasformazione, In Siamo come siamodel giudizio, Acqua di mareinvece è una metafora di come i nostri pensieri ci condizionano e così via. Nell’album ci sono 12 brani, legati ovviamente dalla mia voce ma allo stesso tempo da un suono omogeneo che guida tutto l’ascolto. Gli arrangiamenti curati dal mio produttore Paolo Iafelice, hanno ben sottolineato i miei testi e le melodie, sono molto soddisfatta del risultato ottenuto, anche grazie ai musicisti che hanno registrarto e che hanno dato il loro contributo.

Ti va di parlarci del teatro-canzone?

Col precedente Album “Bellavita , l’arancia e altri viaggi” ho sperimentato questa forma particolare di spettacolo dove si uniscono canzone e recitazione. Da quell’album infatti è nato un recital comico con le mie canzoni e i testi di Alessandra Faiella. Potermi cimentare in questo ruolo è stata una bellissima esperienza, che sinceramente mi piacerebbe contiunuare ad esplorare. Recitare e cantare insieme è una bella palestra e la cosa più bella è stata riuscire a far ridere la gente. Regalare momenti di gioia è una cosa preziosa.

Parliamo del tuo nuovo singolo “Cosa ti aspetti” e del videoclip annesso. Quanto è importante per te riuscire a trasmettere anche con le immagini ciò che provi mentre canti?

“Cosa ti aspetti” parla di quelle aspettative che ci creiamo ogni giorno, di illusioni e delusioni.  Delle scelte che facciamo che poi determinano le nostre vite in un senso o nell’altro. Nel video questo è stato rappresentato in una sorta di sliding doors, per sottolineare il potere delle nostre azioni. In quel video io ho un duplice ruolo sia di protagonista ma anche di narratrice di due possibili realtà. Un’idea di regia semplice ma efficace per questo brano. Penso che attraverso le immagini si possa amplificare molto il potere della musica. Le immagini evocate già nei testi possono spesso prendere forma in un video ed esaltarne i signifìcati.  Personalmente io lego molto le mie canzoni alle immagini già nella fase compositiva. A volte prima che scriverle e cantarle le canzoni ho bisogno di vederle. Spesso creo dei piccoli collage per ispirami o al contrario a volte delle immagini o delle opere di artisti figurativi ispirano la mia musica. Forse, questa sorta di sinestesia credo sia anche frutto dei miei studi artistici e della mia passione per l’arte.  Nella fase dell’interpretazione cerco davvero di trasmettere quelle immagini mentali che attraverso la musica e le parole e soprattutto con la mia voce vorrei arrivassero dritte a chi mi ascolta sottoforma di emozioni.

Quali sono i tuoi progetti futuri?

Sempre e solo riuscire a fare quello che amo, ovvero fare musica, cantare, scrivere canzoni, stare sul palco.  Ho un solo progetto per il futuro fare dei bei concerti e spettacoli e avere un bello scambio con la gente che viene a sentirmi. Ho vari appuntamenti già fissati e altri ancora da definire. Vi invito a seguirmi sui canali social che tengo sempre aggiornati.

Intanto nel mio immediato futuro ci sta anche una bella vacanza in Irlanda, terra di musica per eccellenza e poi un pò di giorni nella mia terra, la Sicilia per tuffarmi nel mare che qui a Milano mi manca da morire! 

Qual è il sogno di Marian?

Uno solo? 🙂 Riuscire a lasciare una traccia significativa con le mie canzoni nel panorama della musica italiana d’autore. Significherebbe che il mio lavoro ha un valore non soltanto per me. Ma semplicemente il sogno che già vivo è quello di continuare a fare quello che faccio al meglio e il più a lungo possibile.

Photo credits: Ray Tarantino

Rispondi

Previous post Radio Bruno Estate, il 22 luglio tappa a Cremona!
Next post Ydalia Suarez: “Il mio brano ‘Killer’ lo dedico a tutte le donne!” – INTERVISTA